sabato 12 marzo 2011

Quintiliano e “il piede di Dio “ . La Paganese è salva , lo Scafati dice addio al campionato

Ci sono partite che lasciano il segno. Ci sono partite che è difficile spiegare con le parole, perché non sapresti proprio da dove cominciare. Noi ci proviamo, sapendo che qualcosa certamente sfuggirà alla nostra analisi, perché Paganese-Scafati è stata una gara stellare. Stratosferica. Fuori da ogni logica. Che le emozioni non mancheranno lo si capisce sin dai primi minuti. Lo Scafati passa al 3’ con una rasoiata di Scharnovski su cui Pepe deve arrendersi. Gli uomini di Falcone sembrano determinati, attaccano e difendono con ordine, mentre la Paganese fatica a dare del tu al match. Così, al 12’, la rete di Andreozzi è il naturale epilogo di questa prima fase della partita. Ma, primo indizio di una partita schizofrenica, nello stesso minuto Diogo trova il gol del 2-1. Al 16’ lo Scafati rialza la testa: Scharnovski fa perno sul corpo di Ferraioli, va via sull’out di destra e fredda ancora Pepe. Sul 3-1 si va al riposo. Nella ripresa Pepe striglia i suoi, che entrano nell’arena del Pala Azzurro come tori in una corrida. Al primo sussulto Diogo fulmina Cristian Bertoni. Scharnovski prova a confezionare la specialità della casa, ma la sua fucilata fa tremare l’incrocio dei pali. Così al 6’, dopo un errore del duo arbitrale che non concede il vantaggio e annulla una rete di Giacomazzi, su punizione Lanconi trova il pareggio. Non c’è tempo per riordinare le idee. Cambio di campo, e Giacomazzi buca Amoruso, subentrato all’infortunato Pepe, per il più classico degli autogol. 4-3. Da qui in avanti servirebbe uno sfigmomanometro per provare a tastare la pressione del match. La Paganese ci crede, lo Scafati un po’ meno, ma non smette comunque di pungere. All’ 8’ Lanconi prende il palo, sulla prosecuzione dell’azione Amirante salva sulla linea, poi Di Martino sbaglia un rigore in movimento. Cinque falli per entrambe a 3’ dalla fine e tensione che sale. Cristian lancia Scharnovski che ci prova di testa, spalle alla porta: ad Amoruso spunta l’aureola. Palla in angolo. Mancano 40’’ alla fine. Pepe sa che giocarsi la salvezza sul campo di una diretta concorrente è troppo rischioso. Meglio fare il possibile per chiuderla qui. Entra Giacomazzi come portiere di movimento. Come in una favola, a 32’’ dal gong, una palla sporca arriva sui piedi di Baselice, proprio lui, il ragazzino che Pepe ha buttato nella mischia per rischiare il tutto per tutto. Come in una favola, dicevamo, e Baselice la mette dentro. 4-4. Partita finita? Macchè. Falcone sa che con il pari lo Scafati è tagliato fuori dalla lotta per la promozione diretta. O la va o la spacca. Palla al centro e Romulo indossa la casacca del portiere di movimento. Scafati a trazione anteriore. Palla vagante dalle parti di Quintiliano che lancia uno sguardo alla porta avversaria. Mancano 19’’. Non ci pensa su. Chiude gli occhi e calcia. La parabola del pallone sembra dilatare il tempo. Tutti gli occhi fissi su di lei. Come in un film. Tutto in stop motion. Gol. Esplode il Pala Azzurro. Falcone non ci crede. La Paganese sta vincendo. In 13 secondi la partita è capovolta. Sembra incredibile, ma la gara non è ancora finita. 8’’ dalla fine, Botta è l’ultimo ad arrendersi. In mezzo ad una selva di gambe trova il sinistro del pareggio. Ma Amoruso si materializza sul pallone e lo schiaffeggia sul palo. Stavolta è davvero finita. Arriva il triplice fischio. La Paganese è salva, può cominciare la festa. Lo Scafati, invece, naufraga. E l’immagine finale è quella di Enzo Botta, che in preda alla rabbia getta il pallone in tribuna e si becca il rosso diretto. Ora per i salernitani resta il jolly dei play-off.

Il post gara è un’altra pagina di grande futsal. Quintiliano, dopo il volo verso i tifosi, arriva ai microfoni. E’ mistico, trasfigurato, e trova le parole per descrivere quegli attimi che hanno regalato la salvezza alla Paganese. “Non lo so cosa sia successo. So solo che il piede non era il mio. Per un attimo è stato il Piede di Dio. Io ci ho solo pensato, il resto è venuto da sé, ma quel tiro è stato telecomandato dall’alto. Io sono un credente convinto. Dopo l’immeritato pareggio col Loreto e la mia espulsione mi sono detto che non era giusto. Non poteva finire così. Oggi, con quel tiro, ho avuto la risposta. Avevo ragione io, questa salvezza ce la meritavamo. Era scritto. Grazie a tutti. A chi è rimasto e a chi è andato via strada facendo. Pagani è diventata casa mia, questa è una delle più grandi gioie della mia carriera. La dedica va ai presidenti Vitiello e Paolillo. Quest’anno la Paganese non doveva esistere. Se siamo arrivati fin qui è merito loro. Un in bocca al lupo allo Scafati. Spero che ottengano la promozione”.

Opposta l’espressione di Falcone. E’ attonito Questa sconfitta proprio non riesce a spiegarsela. “Non ci credo ancora. Non so come abbiamo fatto a perdere questa partita. Anche oggi pali, errori grossolani e grandi parate da parte del portiere avversario. E’ andata così, ma è chiaro che il campionato non lo abbiamo perso oggi. E’ chiaro, ci credevamo ancora, e oggi lo abbiamo ampiamente dimostrato, ma sapevamo di dover cominciare a pensare anche i play-off. Adesso arriva la coppa Italia. Almeno così staccheremo per un po’ la spina dal campionato e ci concentreremo su questo obiettivo. Ci confrontiamo con alcune tra le migliori squadre di B, e credo che possiamo dire la nostra”.

Scritto da Antonio Del Vecchio
Calcio Five